Localizzata a ad una latitudine di 62°14' sud e ad una longitudine di 58°40' ovest la stazione si trova sull'isola di re George, nelle Shetland meridionali nei pressi di una colonia con oltre 16 000 pinguini e 650 leoni marini.
Il primo insediamento argentino nella zona risale al 1953, ma la stazione è stata inaugurata solo nel 1982.
La base si compone di 15 edifici, di cui 2 adibiti a laboratorio e, dall'aprile 2005, un cinema. La stazione svolge ricerche scientifiche nei campi del monitoraggio ambientale (dal 1987), cartografia (dal 1996), limnologia (dal 1990), biologia marina (dal 1982), monitoraggio dell'ozonosfera (dal 1998), biologia terrestre (dal 1990) e misurazione delle maree (dal 1994). La base supporta logisticamente il vicino laboratorio Dallmann.
La base si compone di 15 edifici, di cui 2 adibiti a laboratorio e, dall'aprile 2005, un cinema. La stazione svolge ricerche scientifiche nei campi del monitoraggio ambientale (dal 1987), cartografia (dal 1996), limnologia (dal 1990), biologia marina (dal 1982), monitoraggio dell'ozonosfera (dal 1998), biologia terrestre (dal 1990) e misurazione delle maree (dal 1994). La base supporta logisticamente il vicino laboratorio Dallmann.
Dal 1994 è in funzione un laboratorio di misura continua dell'anidride carbonica atmosferica operante nell'ambito del Global Atmospheric Watch dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale. La ricerca è condotta da personale argentine, con attrezzatura e supervisione di personale italiano del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.
Nella base è infine presente una stazione meteorologica.
Il pregio di Jubany è l'ubicazione in una isola non tanto remota e la presenza di una vita animale spettacolare. Non per nulla i Tedeschi dell' AWI (Alfred Wegener Institute) di Bremehaven hanno stipulato un accordo con la DNA Argentina e si sono fatti un Laboratorio Biologico Marino nelle base stessa dove inviano da Ottobre a Marzo un certo numero di Biologi. Per lo più sono giovani che fanno esperienze in campo per arrivare al PhD. La base è attrezzata anche da mezzi per immersioni e dotata di subacquei.
A circa 1 ora di cammino dalla base esiste quello che io chiamo il paradiso terrestre.
E' un tratto di costa che costituisce una area protetta, dove si può accedere solo per motivi di studio e accompagnati da un biologo. E' la zona di riproduzione di pinguini ed elefanti marini e ospita anche leoni marini, foche e colonie di uccelli quali skua, petrel etc.
Di pinguini ce ne sono di 3 specie: Adelia, il più comune, poi il Gentoo che gli argentini chiamano Papua e quello dal collare (Chinstrap) o Barbijo.
Una colonia di pinguini di Adelia
Pinguini Gentoo nella fase del piumino
Ogni anno da Settembre-Ottobre questi uccelli cominciano ad arrivare e si insediano in colonie lungo la costa. Arrivando a piedi nella zona la prima cosa che si sente è l'odore degli escrementi ed il rumore dei richiami. Approssimativamente ce ne sono circa 14.000. Si radunano in gruppi omogenei per specie, ci si può anche avvicinare a qualche metro e vi assicuro che trascorrere qualche tempo in mezzo ad un tale assembramento di vita animale fa pensare al paradiso terrestre.
Dopo la schiusa delle uova l'alimentazione dei pulcini da parte dei genitori fa si che si verifichi un continuo andirivieni di animali che vanno in mare a nutrirsi per poi rigurgitare a terra il cibo ai figli. I pulcini fino a che hanno il manto di piumino non vanno in acqua ed hanno un aspetto singolare perchè con il gonfiore delle piume sembrano più grandi dei genitori.
I biologi tra le attività che svolgono ne svolgono una che fa arrabbiare i pinguini: li aspettano a riva al ritorno dalla pesca, li catturano, li pesano, poi infilano loro un tubicino di gomma in gola e con una siringona gli riempiono lo stomaco di acqua tiepida ed infine li fanno vomitare dentro un secchio. Lo scopo e' esaminare il tipo di alimentazione. Però il pinguino non lo sa e si incavola perchè devetornare in mare a pescare.
Oltre ai pinguini l'altro animale simbolo del posto e' l'elefante marino.
Anche questo animale ritorna ogni anno in primavera per riprodursi. Crea un harem, credo saprete le lotte che fanno per mantenere la supremazia su un certo numero di femmine (anche più di 30).
I genitori,a differenza dei pinguini, durante la crescita dei cuccioli stanno a digiuno. Il piccolo riceve dalla madre un latte cosi grasso e nutriente che lo fa crescere a vista d'occhio.
Un elefante maschio adulto
Anche a questi mammiferi i biologi riservano un trattamento analogo a quello dei pinguini. Qui le cose sono un po' più complicate perchè un maschio può arrivare a pesare anche 3000 kg, le femmine attorno a 800 e per far loro la lavanda gastrica li si addormenta con un'iniezione. Poi gli prelevano il sangue e anche il latte per farne analisi. All'infuori degli harem si formano gruppi di maschi e femmine ancora non maturi che trascorrono il tempo sdraiati sulle spiagge. Formano ammassi veramente impressionanti. Credo che di elefanti marini ce ne siano attorno a 1000. Poi arriva marzo e gradualmente i nuovi nati ed i genitori riprendono la strada del mare .
Un elefante marino femmina che allatta
Giovani maschi di elefanti marini
In mezzo a tanti ospiti si incontrano anche leoni marini ( che essendo più rapidi sulla terra ferma e' bene lasciare un pò più alla larga), qualche foca, per lo più cangrejera (mangiatrice di crostacei, gamberetti, etc) ed in certi periodi anche la foca leopardo.
Nel Settembre-Ottobre 1995 all'apertura della superficie ghiacciata della baia di Potter in un giorno di sole spettacolare emersero un gruppo di foche leopardo da lasciare senza parole, se non ricordo male erano una dozzina. Si sdraiarono sopra le banchine gelate e li restarono a mostrarsi ed a curiosare mentre noi giravamo attorno.
una foca leopardo si affaccia dopo la rottura del ghiaccio nella Baia Potter
La foca leopardo e' carnivora (si nutre di altre foche e di pinguini) ed ha una bocca che non promette niente di buono. I subacquei quando c'e' una foca leopardo in acqua escono dal mare anche se non credo che questo animale abbia mai ucciso nessuno.

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