Rosicchiano alberi secolari alterando l'habitat. Così aumenta il rischio esondazione sulle rive dei fiumi dove i roditori costruiscono dighe.
Per questo il Paese ha pianificato l'arrivo di cacciatori dal Nord America.
Stanno divorando i boschi del Sud e per questo saranno abbattuti. Sono i castori che rosicchiando i tronchi di alberi enormi, secondo le autorità locali, stanno distruggendo la provincia della Terra del Fuoco, una regione remota dell'Argentina considerata la "fine del mondo".
"Possono tagliare un piccolo albero in poche ore e uno grande in alcuni giorni'' spiega Erio Curto, capo dell'agenzia per la conservazione della regione. ''Vittime'' dei roditori sono gli alberi secolari che hanno tra i 100 e i 150 anni, che secondo i biologi non possono ricrescere, in un'area ora diventata a rischio idrogeologico proprio per questo motivo.
Perché i castori avrebbero già rosicchiato le piante sulle rive del fiume, in modo che ''le acque stanno traboccando e inondando tutto", ha aggiunto Curto.
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A peggiorare la situazione ci si mettono anche le dighe costruite dagli stessi castori che, lunghe anche fino a 100 metri, creano vere e proprie paludi dove gli alberi del Sud America non trovano terreno fertile per crescere.
Per fare fronte a quella che viene denunciata come una vera emergenza ambientale, le autorità argentine hanno firmato un accordo con il vicino Cile per sterminare almeno
100mila esemplari della specie.
Il piano prevede l'invio di cacciatori dal Nord America diffusi su tutto il territorio, diviso in sette zone di azione. Secondo gli esperti del governo provinciale potrebbero servire anche 10 a 15 anni per eliminare un numero così consistente dei roditori.
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Il tasso di distruzione delle foreste ha convinto molti che l’abbattimento fosse ormai l’unica opzione: «Quando abbiamo visto la foto di una diga creata dai castori nella foresta ci ha colpito molto: sembrava che fosse caduta una bomba», ha detto Nicolas Iacouzzi, che ha girato un documentario sul tema: «La situazione era così grave che le persone che si occupano di conservazione della specie e della natura hanno detto che l’unica cosa che restava da fare era ucciderli».
RispondiEliminaE' vero, però magari non era il caso di introdurli. Grazie dal tuo commento.
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