luglio 18, 2018

Patagonia, tra terra e cielo, quando un viaggio fotografico è anche un viaggio interiore.

Per un fotografo ogni viaggio è un viaggio fotografico, soprattutto se percorre l’itinerario pensato con la sola compagnia della propria attrezzatura.

Molto spesso il viaggio geografico è un pretesto per un viaggio interiore.

La speranza è sempre quella di poter racchiudere nelle immagini le sensazioni che nascono dentro ognuno di noi ponendosi di fronte a certi scenari, luci, situazioni. Le immagini migliori sono quelle che non ho scattato diceva un grande fotografo, perché in quel momento ho lasciato scorrere le sensazioni.

Ho lasciato che la luce disegnasse dentro di me il proprio paesaggio, lasciasse impresso nella memoria il suo passaggio…e il solo pensarne la traduzione, in termini tecnici, nella forma bidimensionale, rischia di guastare la magia di quell’istante. Inesorabilmente però ci proviamo, a volte con scarsi risultati, altre volte con successo.

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Da sinistra a destra, la costellazione di Orione, il luminoso Sirio e la Canna Maggiore, l'area di Puppis-Vela-Carina con la falsa croce, la nebulosa rosa Eta Carinae e la Croce del Sud, con la nebulosa oscura del Saco de Carbónen la fine dell'immagine. (Akira Fujii)

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Una delle zone più belle di tutto il cielo: da Eta Carinae (a sinistra) a Alfa e Beta Centauri (a destra, Alfa è il giallo più luminoso), passando per la Cruz del Sur. SOTTO: Le Nuvole di Magellano, il Grande a destra, e il Piccolo, a sinistra. (Entrambe le immagini, Akira Fujii).

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Mappa delle costellazioni menzionate nel testo. Questo è l'aspetto del cielo visto da Punta Arenas all'inizio della seconda metà di novembre.

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