Specie molto abbondante, è caratterizzata da un cappello di colore da giallastro pallido a bruno-giallastro, spesso ricoperto di lettiera per la presenza di uno strato appiccicoso. Emisferico e marcatamente rigido, può raggiungere i 10 cm di diametro e divenire umbonato espanso con la maturità. Le lamelle sono argillose, tra adnate e dentellate. Il gambo è bianco, compatto, con resti di un velo bruno-ruggine che si distingue per la sua forma raggiata, ed è lungo fino a 15 cm.
Stile di vita e abitudini micorriziche.
Fruttifica in grandi gruppi, a grappoli, sul terreno.
Caratteristiche organolettiche
Polpa bianca con consistenza mucillaginosa (cappello) e soda (gambo). Forte aroma fungino e sapore dolce e delicato.
Conservazione post-raccolta
Può essere conservato fino a 4 giorni in frigorifero e 4 mesi nel congelatore (dopo la sbollentatura). Dopo aver applicato entrambi i metodi, si osserva una moderata perdita di consistenza, diventando morbido e mucillaginoso, e una perdita completa di sapore. Può essere conservato disidratato a lungo, poiché mantiene le sue caratteristiche organolettiche.
Distribuzione e habitat
Specie endemica delle foreste andino-patagoniane. Cresce associata alla quercia coihue, alla quercia ñire e, meno frequentemente, alla quercia raulí e alla quercia pellín. Si trova in aree relativamente aperte con terreno abbondante e legno caduto nella Terra del Fuoco, a Santa Cruz, Río Negro, Chubut e Neuquén.
Fenologia
La sua stagione di comparsa è l'autunno, da metà aprile a metà maggio.
Valore commestibile e metodo di consumo consigliato
Buono commestibile. Il gambo va scartato a causa della sua consistenza soda; solo il cappello può essere consumato, preferibilmente cotto.
Fonte: Patagonia Express
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A proposito dell'autore
La Patagonia è contemporaneamente la fine del mondo e l’inizio di una nuova dimensione, fatta di cime irraggiungibili, laghi sconfinati, ghiacciai impetuosi e témpanos (iceberg) colorati di turchese. Qui tutto è estremo. È estremo l’isolamento delle montagne, sono estreme le tempeste che colpiscono le Ande, sono estremi i contrasti dello Hielo patagónico, sono estreme le distanze. Un luogo terribile e meraviglioso allo stesso tempo, in cui l’uomo è ospite mentre la natura è padrona.
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