Il suo obiettivo principale era dimostrare ai politici il valore economico e strategico della Patagonia. Per questo motivo decide di raggiungere le sorgenti del fiume Santa Cruz, per scoprire, dice, "la vera situazione della cordigliera e confermare i diritti argentini sulle terre magellaniche situate a est delle Ande". Con l'appoggio di Estanislao Zeballos e del presidente Avellaneda, nell'ottobre del 1876 si imbarcò, insieme a Carlos Berg, sulla goletta "Sta. Cruz" al comando di un altro grande patriota, Don Luis Pedrabuena. Fu un pioniere nella difesa dei diritti dell'Argentina nella regione meridionale. Per Moreno la Patagonia sarebbe diventata un oggetto fondamentale delle sue azioni. La goletta si diresse verso Chubut. Stava cercando il fiume omonimo, che sfocia nell'Atlantico e che la spedizione del tenente Wickman del Fitz Roy aveva raggiunto nel 1833. Francisco Pascasio Moreno arriva a Carmen de Patagones, un luogo abitato principalmente da gallesi. In quei giorni, arrivarono in quella città alcuni indiani che commerciavano piume di struzzo. Portarono notizie di un uomo bianco molto potente, più forte di Namuncurá. Quegli indiani erano stati nelle tende Sayhueque, dove avevano ascoltato le gesta del "molto toro huinca", amico del capo. Era senza dubbio Moreno: un cristiano che visitava gli indiani e che aveva il permesso di raccogliere insetti ed erbacce. Poi la goletta "Santa Cruz" salpò per l'isola Pavón, territorio del capitano Piedrabuena. Fu proprio lì che il navigatore issò per la prima volta la bandiera argentina davanti a un gruppo di indios. Moreno viaggia nella regione con il sottotenente Carlos Moyano ed è lì che festeggiano il Natale e il Capodanno. Il 15 gennaio 1877 partì alla ricerca delle sorgenti del fiume Santa Cruz con Moyano e altri cinque uomini. "Le sorgenti del fiume Santa Cruz - ha scritto Moreno - sono un problema che non è stato ancora del tutto risolto e credo che nessuno abbia più diritto degli argentini, che ne sono i proprietari, di recuperarle". Quasi un mese dopo, il 13 febbraio 1877, Francisco Pascasio Moreno raggiunse le sorgenti del fiume Santa Cruz, un obiettivo che Fitz Roy e Darwin non riuscirono a raggiungere. Il 15 febbraio, quando vide per la prima volta l'alba sull'enorme lago, lo battezzò Lago Argentino. Vede la magnificenza quasi lussuosa del paesaggio, ma vede anche oltre: un futuro in cui "le vele delle navi si riflettono nelle vostre acque come fanno oggi i giganteschi iceberg e, tra poco, la vela della mia barca". Con la denominazione Lago Argentino si auspica il riconoscimento degli "umili soldati che in questo momento pronunciano il nome della Patria, battezzandovi con le vostre stesse acque".
Il 18 febbraio giunse a bordo di una fragile imbarcazione al ghiacciaio che oggi porta il suo nome. Dopo aver navigato sul Lago Argentino, Moreno si dirige verso nord. Scopre il lago che chiama "San Martín", chiama la montagna fumante del vulcano Chaltén Cerro Fitz Roy e chiama un'altra collina Moyano, in allusione al suo amico e intrepido compagno di avventure. Dà il nome al fiume che collega i laghi Viedma e Argentino come fiume Leona, a causa dell'attacco di un puma affamato che ha messo in pericolo la vita di Moreno e da cui si difende con un poncho avvolto attorno a un braccio e una bussola. Il viaggio tra il lago Argentino e la foce del fiume Santa Cruz dura, seguendo la corrente, solo 23 ore. Da lì Moreno viaggiò a cavallo fino a Punta Arenas, da dove viaggiò in barca fino a Montevideo e Buenos Aires, dove arrivò l'8 maggio 1877, quando non aveva ancora compiuto 25 anni. A 25 anni è già considerato uno scienziato di spicco. Donò il suo museo al governo della provincia di Buenos Aires, che lo incorporò al patrimonio pubblico il 17 ottobre 1877 con il nome di Museo antropologico e archeologico di Buenos Aires. Fu nominato Primo Direttore di questo luogo. Non lo creò solo come archivio e come breve esposizione di cimiteri e di cose inorganiche, ma piuttosto come centro di irradiazione di studi di ogni genere.
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