Tra i vari effetti negativi risalta l’inondazione di siti cerimoniali per la realizzazione del Nguillatùn, che l’impresa vorrebbe dislocare in un altro luogo.
Noemí Catrilaf, werken della comunità Inalfken, il dirigente Guido Melinao, della comunità Valeriano Cayicul, Humberto Manquel, del Parlamento mapuche de Koz Koz, integranti della Red Ambientalista de Panguipulli, questo venerdì hanno consegnato un documento in cui sollecitano i governi spagnolo e italiano a informarsi e a pronunciarsi rispetto al mancato rispetto dei diritti consultivi e al danno ai siti cerimoniali di queste comunità della zona della cordigliera.
Il progetto, hanno segnalato, implicherebbe il dislocamento di comunità umane, e l’alterazione significativa dei sistemi di vita e dei costumi di coloro che abitano il settore, a causa della collocazione permanente della “”Centrale Idroelettrica Neltume”. Di fatto, la sua installazione danneggerebbe le cerimonie religiose realizzate dalle comunità dal momento che presuppone l’inondazione e l’alterazione del sito in cui viene realizzato il Nguillatun, a cui partecipano comunità dei territori di Carirriñe, Lago Neltume e Choshuenco-Punahue.
Guido Melinao, dirigente della comunità Valeriano Cayicul, ha dichiarato che “stanno proteggendo la loro cultura, tutto quello che hanno come popolo mapuche”. Nel documento che hanno consegnato alle ambasciate “si riportano punto per punto gli effetti negativi del progetto nel settore del lago Neltume, che distruggerebbe il cimitero in cui sono sepolti i nostri trisavoli”. Ha aggiunto che “questo è un patrimonio culturale, in cui sono state realizzate le cerimonie tradizionali per secoli”.
Caratteristiche del progetto.
Il progetto CH Neltume corrisponde a una centrale idroelettrica con una potenza approssimativa di 490 MW e una generazione media annuale stimata in 1.885 GWh. L’ammontare dell’investimento di partenza è di 781 milioni di dollari. Secondo gli studi di Impatto Ambientale, avrà effetti negativi significativi rispetto alla qualità e quantità delle risorse naturali rinnovabili, inclusi il suolo, l’acqua e l’aria.
Il progetto è ubicato dentro i confini del sito prioritario per la conservazione Mocho-Choshuenco, in un’area considerata sotto protezione ufficiale (ZOIT), il cui paesaggio è una delle caratteristiche rilevanti del territorio e uno dei motivi per cui il comune di Panguipulli è stato dichiarato Zona di Interesse Turistico. Tale progetto genererebbe inoltre la perdita di specie protette (Lingue y Copihue) e affetterebbe vari predi delle comunità mapuche.
Inoltre, secondo il dossier Puelche Comunicazione del gennaio di quest’anno, alcune famiglie mapuche della zona sono state minacciate di morte a causa della loro difesa dei siti sacri, dell’acqua e dell’ambiente, tramite operatori della zona che il conglomerato ENDESA-ENEL avrebbe cooptato attraverso il pagamento di denaro.
“Potremmo dire che siamo un paese ricco di risorse naturali, dichiarate anche riserve della biosfera, ma i governi attaccano le comunità, attaccano il bene comune, per esempio il turismo all’interno della regione” - ha dichiarato Umberto Manquel, del Parlamento Mapuche Koz Koz, rispetto alle attuali politiche ambientali del paese.
Manque fa risalire il problema alla Costituzione del 1980, “una costituzione dittatoriale”, in cui “i grandi conglomerati economici sono stati beneficiati, passando sopra ai diritti fondamentali delle persone, del popolo”. E ha precisato che “l’abuso nei confronti delle comunità mapuche è uno in più nel contesto nazionale. È uno dei diversi attacchi che subiscono i popoli originari dal nord al sud”.
Appoggio sociale.
La Red Ambientalista di Panguipulli ha partecipato giovedì 17 maggio a un seminario organizzato dalla ONG “Reserva de Vida” e dall’Università di Talca, in cui hanno esposto la problematica nell’ambito della discussione sulle risorse energetiche del paese e sulle reali necessità di generazione di energia. In questo contesto hanno ricevuto appoggio da parte di diverse organizzazioni come la “Red Ambiental del Norte”, che sta lottando per l’acqua nella località di Petorca.
Inoltre, venerdì 18, alle 18.30, parteciperanno a un dibattito con “Observatorio Latinoamericano de Conflictos Ambientales”, OLCA, (Alonso de Ovalle 1618, of. A), in cui “si farà conoscere la realtà delle comunità danneggiate da questo progetto e verranno decise azioni di appoggio alla difesa del bene comune e dei territori mapuche”.
Trovato questo articolo interessante? Condividilo sulla tua rete di contatti Twitter, sulla tua bacheca su Facebook o semplicemente premi "+1" per suggerire questo risultato nelle ricerche in Google, Linkedin, Instagram o Pinterest. Diffondere contenuti che trovi rilevanti aiuta questo blog a crescere. Grazie! CONDIVIDI SU!
0 commenti:
Posta un commento